Tipologia di dati coinvolti
Dalle necessarie indagini svolte al fine di ricostruire l’accaduto – e tutt’ora in corso – abbiamo appurato che l’incidente ha interessato prevalentemente dati personali c.d. “comuni” quali dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita, codice fiscale), dati di contatto (e-mail, numero di telefono), dati contenuti nei curricula e dati relativi a ex dipendenti archiviati per le finalità prescritte dalla legge.
Misure adottate e cosa puoi fare per limitare i potenziali rischi
Everel è costantemente impegnata a proteggere i dati personali e a rafforzare i presidi di sicurezza onde contenere le possibili conseguenze dell’incidente. Inoltre, sono state messe in atto tempestivamente tutte le misure di sicurezza volte ad evitare il ripetersi di un simile incidente (a titolo esemplificativo: i) ripristinato i nostri sistemi grazie ai backup; ii) notificato l’accaduto agli organi di polizia e alle autorità competenti, e iii) evitato la propagazione dell’incidente a ulteriori sistemi informatici mediante l’adozione di ulteriori misure di sicurezza). In aggiunta a quanto sopra, e fermo il nostro continuo impegno ad assicurare un’adeguata protezione dei dati personali e delle informazioni, stiamo proseguendo nel monitorare l’ambiente online per individuare eventuali criticità collegate con l’incidente.
Tuttavia, le minacce informatiche sono in continua evoluzione e la comunicazione e la collaborazione rappresentano oggi un importante strumento di prevenzione del rischio. Vi ricordiamo, quindi, di prestare come di consueto attenzione a eventuali circostanze insolite quando utilizza i vostri account. Tra le buone prassi utili a minimizzare i rischi (quali, in particolare, il furto d’identità o phishing) vi segnaliamo ad esempio di:
- non rispondere a e-mail o richieste di contatto provenienti da destinatari non conosciuti o inaspettati e non cliccare sui link presenti al loro interno né aprire gli allegati presenti, perché potrebbero essere fonte di diffusione di virus informatici e di sottrazione di informazioni anche dai vostri dispositivi;
- non fornire mai dati personali o codici d’accesso per telefono, SMS, WhatsApp o altro strumento di comunicazione, anche se chi li chiede dichiari di essere un dipendente della sua banca o del vostro fornitore internet, luce o gas. I truffatori, infatti, spesso cercano di creare un canale confidenziale mostrando di conoscere già molte informazioni sul vostro conto, ma questo non significa che siano soggetti autorizzati. Una banca o un fornitore di servizi non chiederà mai vostri dati o password di accesso.
- cambiare le vostre password d’accesso per i servizi che utilizzate abitualmente, soprattutto nel caso si utilizzi la stessa password per più piattaforme. È buona prassi scegliere delle password complesse che abbiano un numero sufficiente di caratteri (almeno otto), che siano composte da lettere, numeri e segni d’interpunzione e che non siano direttamente riconducibili a voi (ad es. il vostro indirizzo di residenza o la vostra data di nascita). Inoltre, è buona prassi avere una password complessa per ogni piattaforma o servizio e attivare, laddove possibile, il doppio fattore di autenticazione.
Inoltre, se ritenete di aver ricevuto una comunicazione o una presa di contatto sospetta, vi invitiamo a segnalarlo ai riferimenti aziendali riportati qui di seguito e alle Forze dell’Ordine.
Vi invitiamo, infine, a consultare il vademecum redatto dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, pubblicato al seguente URL https://www.garanteprivacy.it/temi/cybersecurity/phishing.